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Castello (Palazzo D'Angeri - Pilo di Boyl ) a Saciletto

Menzionato spesso in documenti medievali. Notizie sicure si hanno nel 1263 quando Odorico di Arebellotto, per una grossa somma d'argento, diede il Castrum Zazilet ad Ossalco di Saciletto. Acquistato nel 1303 dal patriarca Ottobono Razzi per contrastare le mire sulla bassa friulana dei conti di Gorizia, fu da questi ultimi attaccato e distrutto totalmente nel 1309 (fino al XVI secolo verrà ricordato nei documenti come "Sacilettum Castrum Desolatum"). Dopo secoli di abbandono, Bernardino Floriano Antonini acquistò l'edificio dalla Repubblica veneta (1491) e, date le mutate condizioni politiche, lo trasformò in un fabbricato dominicale. La costruzione "nuova" continua tuttora ad essere chiamata "castello". Il complesso architettonico è costituito dalla Villa, dalla Cappella gentilizia e dagli annessi rustici.

Un ampio giardino paesaggistico con piante ad alto fusto e arbustive di varie e raffinate essenze, si sviluppa all'interno della recinzione neo gotica che racchiude anche l'edificio principale.

Rimase in possesso dei conti Antonini fino alla fine del 1800. Nuovo proprietario fu poi il conte Roma. Durante la guerra del 1915-18, quando il fronte si trovava sul Carso, gli Italiani istituirono in questo castello il tribunale militare che giudicava i disertori che poi venivano fucilati dietro il cimitero di Alture. Nel 1923 fu acquistato da E.P. Salem che lo restaurò secondo canoni estetici d'ispirazione romantica.

Il corpo centrale fortemente condizionato dall'aspetto fortilizio preesistente, si presenta come un palazzetto: un elemento a torre caratterizza la parte centrale: in una delle facciate interne è collocata una meridiana. Durante l'occupazione tedesca dell' ultima guerra fu requisito e spogliato di molti oggetti di valore. E' stato abitato dai marchesi D' Angeri-Pilo di Boyl fino agli ultimi anni del secolo scorso. Ora il complesso architettonico, attualmente di proprietà del signor Volpato, è in fase di ristrutturazione così pure l'adiacente Cappella gentilizia dedicata a S. Antonio da Padova.

La Cappella gentilizia è una costruzione che viene fatta risalire ad anni compresi tra il tardo Seicento e i primi anni del secolo successivo. La pianta ha un andamento poligonale irregolare. La facciata scandita da lesene angolari, presente un portale con timpano spezzato sovrastato da uno stemma nobiliare; sui due lati brevi attigui alla facciata ci sono due nicchie ad arco a tutto sesto. L'interno conserva un altare in marmo seicentesco e due statue lignee collocate in due nicchie ricavate nei lati maggiori dell'aula.

L'originale castello sorgeva sopra un leggero rialzo di terreno ed era uno dei più belli del basso Friuli; causa le frequenti distruzioni e ricostruzioni, ora ha perduto quasi del tutto la sua antica austerità, ma a memoria dei fatti avvenuti nella storica dimora e nei dintorni, rimane l’aquila patriarcale scolpita nella pietra, visibile sulla parete a destra del cancello, lo stemma degli Antonini sull’ingresso della cappella e, a fianco di questa, il sarcofago romano.