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Chiesa di S. Andrea e S. Anna a Perteole

LA STORIA

La storia di una chiesa è la storia di una comunità cristiana, perché essa è la testimonianza della vitalità dei momenti belli e dolorosi di un popolo. Queste affermazioni si addicono in maniera completa alla chiesa di S. Andrea in Perteole. Il luogo in cui sorge è stato un sito importante ancora prima di essere un edificio sacro, perché era una "stazione" romana adibita al cambio di cavalli sulla linea di collegamento tra Aquileia e "Forum Julii" ed in prossimità di alcuni guadi di fiumere.

Al Tempo di Carlo Magno (intorno all'800) risale la chiesa primitiva: sono infatti venuti alla luce le fondamenta di un'abside, che è stato messo a vista, mentre sulla parete interna dell'arco trionfale si possono vedere alcune tracce su cui si posava probabilmente la copertura del "catino". Questa chiesa avrebbe avuto anche un piccolo campanile verso ovest, ora scomparso.

Nel 1297 Viscardo di Pietra Pelosa, al soldo del conte di Gorizia incendiò Perteole distruggendo il paese e la chiesa ed atterrando la torre; una parte degli abitanti trovò la morte nel fuoco. Un'altra notizia certa su questo edificio si trova in un documento che descrive la sua consacrazione, ovviamente dopo un restauro, che riporta la data del 10 giugno 1548. In quell'occasione il vescovo Luca Bisante, vicario del patriarca di Aquileia Giovanni Grimani depone alcune reliquie nell'altare di sinistra. La consacrazione dell'altare maggiore in onore di S. Andrea tocca al vescovo di Trieste Ursino de Bertis nella domenica 11 settembre 1605, più di cinquant'anni dopo. La chiesa funzionava anche come cappella dell'annesso cimitero, ed in essa veniva celebrata una Santa Messa per i defunti in novembre, altre due nei giorni di S. Andrea e S. Anna. Il luogo era meta della processione delle Rogazioni prima della festa dell'Ascensione: all'interno venne pure costruita, secondo la vecchia usanza, una cripta tombale, dentro la quale vennero sepolti i sacerdoti: l'ultimo fu don Giovan Battista Serafini, parroco di Perteole, morto di colpo apoplettico mentre celebrava la Santa Messa nella chiesa di Alture nel 1838.

Il 14 marzo 1890 il parroco di Perteole don Giovanni Battisata Bettaino scriveva una lettera al Consiglio comunale di Perteole per chiedere un aiuto finanziario per restaurare la chiesetta di S. Andrea nel cimitero. Il parroco intendeva renderla officiabile, ma questa essendo considerata un "deposito di cadaveri e camera mortuaria" non la si poteva rendere aperta al culto anche perché si rischiava "contagio ed epidemia". Il podestà risponde con una nota il 24 marzo 1890 precisando "di non concorrere nella spesa per la riparazione della chiesa di S. Andrea nel cimitero".

In questo documento, datato più di cent'anni fa e custodito nell'archivio parrocchiale, non si fa cenno però agli affreschi, che probabilmente saranno stati coperti da una pennellata di calce per disinfettare l'ambiente contro i contagi. Si ricava pure che l'ambiente circostante sia stato adibito a cimitero "fuori dal paese" anche secondo il decreto napoleonico, poiché quello attorno alla chiesa di S. Tommaso era ormai illegale.

Le notizie successive a questa lettera ci ricordano che i lavori sono stati eseguiti, infatti esistono delle dichiarazioni di prestazioni d'opera specificate da una "polizia del muratore" e da una "specifica del marangone" per un totale di 91.82 Fiorini.

Il cimitero di S. Andrea accolse molte salme di soldati durante la prima guerra mondiale, a Perteole solo nel 1915 ne morirono 717 per un’epidemia di colera.

Nel 1988 è iniziata l'ultima ristrutturazione. Questa però, condotta sotto l'impegno del Comune di Ruda e la responsabilità della Soprintendenza, è stata la più importante per le diverse scoperte fatte: gli affreschi, gli scavi, e le monete.

Gli AFFRESCHI: attorno all'arco trionfale si sono scoperti due strati di affreschi sovrapposti appartenenti a due epoche diverse: il più antico risalente al XIII secolo, il secondo agli inizi del XVI secolo. I due strati sono stati separati a strappo e poi posti l'uno di fronte all’altro: il più antico sulla parete originale e l'altro, quello del 1505, firmato dal pittore Tommaso de Salo, sulla parete dove si trova la porta d'ingresso. Essendo di epoca diversa sono anche di stili diversi, ma tutti e due raffigurano il tema dominante che è l'Annunciazione. Sulle pareti che fiancheggiano l'arco sono raffigurate diverse immagini di santi.

Gli SCAVI: la dottoressa Lopreato Paola, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Cividale con l'ausilio dei volontari del Gruppo Archeologico Aquileiese ha scavato il sottosuolo dentro l'aula della chiesa. Sono stati rilevati più strati di edifici che sovrastavano uno sull'altro. Il più antico risale all'epoca romana, poi sono emerse le fondamenta di un’ abside di epoca carolingia, successivamente si sono riscontrati alcuni resti di pavimento e di selciato di epoca successiva con le basi di un piccolo campanile. Gli scavi hanno messo pure in mostra diversi pezzi di pietra lavorata di origine romana che servivano da supporti di fondamenta e di decorazioni, tutto materiale da riporto. Si è scoperto poi che la lastra di marmo che serviva da mensa per l'altare presentava sulla sua facciata nascosta un bellissimo bassorilievo di epoca del patriarca Massenzio (sec. IX), e ora fa bella mostra su una parete. I sedili che circondano il perimetro interno dell'edificio servivano certamente per far sedere i pellegrini che venivano da Cividale ad Aquileia per venerare le sacre reliquie dei martiri.

Le MONETE: Durante un sondaggio, sotto il pavimento, sono state scoperte, custodite in una pentola di terracotta, 1164 monete d'argento di epoca patriarcale. Era l'8 marzo 1989. Le monete, dopo essere state restaurare e catalogate, sono state trasferite ed esposte al Museo Archeologico Nazionale di Cividale. Vi sono ben 681 denari del patriarca di Aquileia Bertoldo di Andechs (1218-1251), 480 dei vescovi di Trieste Leonardo (1231-1233) e Volrico (1233-1254) e soltanto 3 del duca di Carinzia Bernardo II Spanheim (1201-1256). Non si sa chi le abbia raccolte e chi le abbia nascoste dentro le fondamenta del piccolo campanile e tanto mento perché sono state nascoste. Certamente risalgono ad una data anteriore all'incendio del paese di Perteole del 1297. Si potrebbe ipotizzare che qualcuno abbia nascosto questo piccolo tesoro per salvarlo da quella razzia e che questo qualcuno sia morto senza rivelarne il luogo.