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Archeologia

LA FREDDA

Le recenti indagini archeologiche hanno portato a delle importanti scoperte.

Per la prima volta è stata identificata una conduttura idrica romana, costruita in prossimità delle fonti di captazione, documentate dell’idronimo La Fredda assegnata al corso d’acqua che delimita l’appezzamento oggetto di scavo.

Numerosi indizi consentono di supporre che la condotta appartenga al sistema idrico che riforniva la città romana di Aquileia, un’opera ingegneristica di alto livello affiancata all’importante strada che congiungeva Aquileia a Cividale e denominata Mur Ingian o Muro Gemini.

La scoperta di questi importanti elementi strutturali (l’area si trova nei pressi della SR 351) risulta di grandissima importanza per la ricostruzione dell’assetto dell’antico territorio prossimo alla metropoli di Aquileia, contraddistinto proprio dalle vestigia dell’antico acquedotto.

Interessanti anche i resti di un edificio di forma quasi quadrata, che sembra possedere una certa importanza, tenendo conto anche del ritrovamento di un frammento di iscrizione probabilmente ad esso appartenente. Da sottolineare inoltre il ritrovamento di reperti archeologici assai significativi nei pressi della struttura, tra i quali un anello-sigillo in bronzo con figura di cervo con in bocca un serpente, una fibula dell’inizio del I sec. d.C. e soprattutto un numero assai consistente (circa 250) di monete in argento e bronzo, che coprono un arco cronologico compreso tra l’inizio del I secolo a.C. e il IV secolo d.C.

L’area oggetto di scavo, considerata l’importanza delle scoperte, è stata acquisita dal Comune con fondi regionali.

CHIESETTA DI SANT'ANDREA ED ANNA

Tra il 1989 e il 1990 la chiesa è stata oggetto di indagini archeologiche in occasione di una importante ristrutturazione. Essa si sovrappone ad una struttura tardo antica, in origine forse una stazione (mansio) collocata nei pressi della strada Aquileia-Cividale, successivamente distrutta da un incendio e occupata da una necropoli.

Sopra i muri più antichi, uno dei quali corrispondente alla fondazione dell’arco trionfale, gli scavi hanno messo in luce le strutture sovrapposte riferibili a più fasi della chiesa: un primo edificio ecclesiale, riconducibile all’età carolingia, cui sono attribuiti alcuni oggetti di arredo liturgico, tra i quali un pluteo di recinzione; la chiesa romanica, che fu decorata con un ciclo di affreschi nell’arco trionfale (databili al XIII secolo) in cui spicca la crocifissione di Sant’Andrea. Probabilmente allo stesso periodo - è riconducibile l’occultamento del tesoretto, ovvero 1164 monete patriarcali d’argento rinvenute in un contenitore di ceramica invetriata, ora custodite presso il Museo Archeologico di Cividale.

Altri affreschi riconducibili a Tommaso di Salo (1505), che coprivano i più antichi nell’arco trionfale, sono stati strappati dalla collocazione originaria e rimontati nel muro di controfacciata dalla chiesa.

Riferimenti: “Un tesoro a Perteole…” e “Al principio del Muro Ingian, ovver vestigia” (disponibili in biblioteca)